giovedì 30 dicembre 2010

Tershi di zucca


Questa preparazione rientra in quel tipo di antipasti che mi danno molta soddisfazione, cioè le salsine e le "stuzzicherie" a base prevalentemente (ma non solo) di verdure e legumi che in medioriente (in particolare nella cucina libanese) si chiamano MEZE (o mezhe).
Questa è una ricetta della cucina ebraica/mediorientale e l'ho trovata qui ma compare anche in una versione simile, in un libro interessante che è La Cucina Ebraica Tripolina di Linda Hassan Guetta.

INGREDIENTI
500 gr di zucca (io ho una predilezione x la qualità Butternut)
2 spicchi d’aglio
mezzo cucchiaino di peperoncino in polvere
mezzo cucchiaino di carvi (io ho utilizzato i semi interi, non avendone in polvere)
4 cucchiai di olio
2 cucchiai di aceto (o il succo di mezzo limone)

Utilizzo quando le trovo, zucche tipo la Butternut o la Uchiki Kury perchè hanno la prerogativa di poter essere cucinate con la buccia e questo, oltre ad abbreviare i tempi di preparazione, consente di ottenere delle preparazioni con un profumo e sapore più intensi.
Ho quindi lavato molto bene la zucca, l'ho tagliata a cubotti e l'ho fatta stufare coperta x circa 30 minuti con l'olio. Quando la zucca risulta morbida va schiacciata con una forchetta fino a ridurla in purè. A questo punto ho aggiunto l'aglio grattugiato finemente, il peperoncino e i semi di carvi appena schiacciati nel mortaio e ho fatto cuocere ancora x una decina di minuti.
In ultimo si sala, si aggiunge l'aceto (o il limone) e ancora un goccio d'olio se serve e si cuoce finchè il composto ha raggiunto una consistenza densa, spalmabile.
Si serve come antipasto, magari assieme ad altre creme come l'hummus ad esempio, e si mangia accompagnandola con il pane... ed è molto gustosa :-)

martedì 14 dicembre 2010

Il pranzo di Thanksgiving di Alison

Con il consueto ritardo sulle scadenze canoniche, finalmente pubblico le foto dello splendido pranzo di Thanksgiving organizzato da Alison nostra carissima amica, ammeregana doc!

Beh, innanzi tutto... la supercuoca! :-)
Non so se notate, ma x un curioso effetto di luce riflessa nel mobile, Alison sembra avere sospesa sulla testa un'aureola! Santa x un gg ;-))
 



Poi preparazioni in cucina...

Sformatino di formaggio filante in crosta con marmellata di mirtilli
Burro, miele e burbon per le carote glassate (e prego di notare la raffinatezza dei misurini!!)



Gratin di patate dolci pronto da infornare
 Poi il pezzo forte: il tacchino ripieno!

Foto di gruppo con... tacchino!

5 kg di tacchino!

"Primo operatore" al lavoro! ;-))
... i commensali felici...


Prego notare che su 5 uomini seduti al desco 4 di loro sono ortopedici! Preoccupante... :-/

... after few bottles of wine...

 

ed infine i miseri resti a testimonianza del fatto che... abbiamo apprezzato!

 


Grazie Alison per aver cucinato ma anche grazie Enzino ... xchè dopo che gli amici (tra tutti 10 adulti e 9 bambini!) si sono congedati la loro casa e la cucina erano ridotte ad uno straccio...





mercoledì 1 dicembre 2010

Crema di cachi al rhum


Il caco non è certo un frutto dei più facili da mangiare e proporlo a tavola quando si hanno ospiti è un po' una piccola "cattiveria". Questa trasformazione in crema esente da effetti collaterali nel mangiarla mette tutti al riparo da appiccicose manovre nel piatto.
Ricetta non ricetta di quelle che mi piacciono tanto xchè con poca fatica (proprio poca poca) e poca spesa (quasi zero nel mio caso, i cachi vengono dal giardino al lago) si ottiene un semplice dessert incredibilmente apprezzato. Dico incredibilmente xchè io non amo particolarmente questo frutto che ho sempre trovato troppo dolce e troppo viscido e mi stupisco sempre del piacere, addirittura alle volte dell'entusiasmo, che quasta semplice preparazione suscita in chi la mangia... e pensare che qs crema l'ho fatta la prima volta quasi x disperazione xchè i cachi quando decidono di maturare si mettono d'accordo nel farlo tutti in un colpo solo! Da allora, nel periodo invernale la faccio spesso.

Comunque, per venire alla ricetta (non ricetta, appunto) per 6 persone servono 8/10 cachi ben maturi la cui polpa va estratta dalla buccia e va frullata con circa 100 ml di rhum scuro o poco più, a seconda del gusto. Il rum dev'essere assolutamente quello scuro xchè il suo sapore aromatico di canna da zucchero si accosta perfettamente al sapore del caco. Zucchero NON ne serve xchè i frutti sono già abbastanza dolci x loro natura.
Va servita fredda fredda, io la metto una mezz'ora in freezer. Molto piacevole come fine pasto al posto di un sorbetto.

lunedì 29 novembre 2010

La zuppa etrusca di Aimo e Nadia


Qualche settimana fa siamo stati invitati da un paziente di Gialuca (il marito) ad una super-cena (!) da Aimo e Nadia. Correrò il rischio di cadere nel banale - d'altra parte non faccio di mestiere il critico eno-gastronomico, quindi me lo posso permettere ;-) - ma veramente devo dire che il Luogo di Aimo e Nadia è uno di quei ristoranti dove si respirano tradizione e innovazione cogniugati in un sensibile equilibrio e dove si percepisce l'impegno di una vita nel ricercare una altissima qualità dei prodotti e della materia prima. E poi degno di nota è tutto lo staff, che sembra operare in perfetta armonia con lo spirito di Aimo nel seguirti, direi quasi condurti, lungo un pranzo che diventa un percorso, un esperienza sensoriale di gusto ma anche di cultura... ahi ahi sto scivolando nell'intellettualoide, dio me ne scampi... insomma tutto ciò x dire che una puntatina da Aimo e Nadia vale la pena, veramente.
Quindi, ringrazio di cuore i nostri ospiti x averci offerto una splendida cena in piacevole compagnia e ringrazio anche il maritino, che si è meritato, evidentemente, la riconoscenza del paziente di cui ho poi beneficiato anch'io :-).
Dalla compresenza in menù di piatti molto moderni e di piatti tanto tradizionali che di più non si può, (come la trippa -in qs caso di bue grasso di Carrù- o la zuppa di legumi) si resta piacevolmente affascinati, direi quasi fascinosamente rassiciurati... è cucina vera questa, con radici solide e profonde dove la ricerca del nuovo non è portata nevroticamente all'eccesso della sperimentazione... e questo io ... lo apprezzo!
Detto ciò passiamo alla ricetta. Ho assaggiato una cucchiaiata di questa Zuppa Etrusca dal mio vicino commensale, zuppa che, per l'appunto, fa parte di quei piatti fortemente legati alla tradizione. Beh, non posso dire che fosse una banale zuppa di legumi e verdure xchè l'equilibrio dei profumi e dei sapori era così ben bilanciato, il tutto poi legato dalla nota leggera e persistente del finocchietto selvatico... insomma mi è venuta voglia di farla (e non pretendo che sia venuta bene come la loro, ma cavolo, anche la mia l'era bona!)
Arrivata a casa ho subito consultato il loro ultimo libro e lì ho trovato la ricetta :-)

Riporto ingredienti e dosi originali con le mie variazioni personali (dovute anche alle giacienze frigorifere!)

INGREDIENTI
300 gr di cavolo nero senza nervature (io ho usato cavolo fiolaro di creazzo)
200 gr di verza senza nervature
4 foglie di bietole
6 cipollotti freschi
2 porri medi
3 carote medie
4 zucchine piccole e sode possibilmente la vairietà "striata di Napoli" verde chiaro (io non ne avevo... quindi nella mia zuppa... nisba!)
2 patate medie a pasta bianca
2 gambi di sedano verde, possibilmente quello piccolo molto profumato
2 spicchi d'aglio
1 mazzetto guarnito di rosmarino, salvia, alloro, timo
1 cucchiaino di semi di finocchio selvatico
1 cucchiaio di foglie di prezzemolo e basilico spezzetate
40 gr di olio extravergine d'oliva
6 fette di pane toscano

X I FAGIOLI
150 gr di fagioli bianchi di Sorana  (io ho usato dei ceci sultano)
150 gr di fagioli rossi di Sorana  (io ho usato dei borlotti freschi da me precedentemente surgelati crudi)
2 spicchi d'aglio
qualche foglia di salvia

Per i legumi. Se si utilizzano secchi vanno messi a bagno in acqua oligominerale almeno 12 ore. Si scolano e si mettono a cuocere in 2 pentole separate ben coperti di acqua (sempre oligominerale) con lo spicchio d'aglio e un paio di foglie di salvia. Si fanno sobbollire x 1 ora e mezzo circa, avendo cura di salare solo 10 min prima di fine cottura.
Scolarli tenendo da parte la loro acqua di cottura e mischare le due qualità in un recipiente. Passarne la metà dopo aver tolto le foglie di salvia e unire la passata ai fagioli interi mantenendo tutto al caldo.
Io avendo usato i borlotti freschi ho fatto cuocere solo mezz'ora omettendo l'ammollo; i ceci li ho cotti come sopra e x la passata ho usato solo quest'ultimi, lasciando interi tutti i borlotti.

Pulire tutte le verdure. Tritare grossolanamente il cipollotto, l'aglio e il porro; tagliare a fettine sedano carote e zucchine e a cubetti le patate; spezzettare le verdure a foglia: verza, cavolo nero (o cavolo fiolaro) e bietola.
In un tegame metter 30 gr d'olio, far soffriggere brevemente il trito di cipolla aglio e porro e poi aggiungere tutte le verdure, il mazzetto guarnito il prezzemolo e il basilico e i semi di finocchio (io ne ho aggiunto un cucchiaino e mezzo). Far insaporire tutte le verdure a fuoco dolce x 10 min mescolando spesso, aggiungere l'acqua di cottura dei fagioli, sale leggermente e lasciar sobbollire x 20/25 minuti; unire quindi il composto di fagioli e cuocere ancora x 10 minuti. Aggiustare di sale e di pepe.
Si può servire mettendo il pane leggermente tostato sul fondo del piatto, versandoci sopra la zuppa e lasciando riposare qualche minuto prima affinchè il pane si ammorbidisca, oppure infilando il pane a bordo piatto in modo che una parte resti croccante.

Io ho provato entrambe le varianti sia con il cavolo nero toscano (+ forte con sapore inconfondibile) sia con il cavolo fiolaro (+ dolce e delicato). In quest'ultimo caso ho fatto cuorere la minestra 5/10 minuti in meno rispetto al tempo indicato in ricetta perchè il cavolo fiolaro ha bisogno di minor tempo rispetto al suo cugino toscano.

Come ci disse Aimo a proposito di questo piatto "questa zuppa sembra un piatto semplice, ma ci vogliono 3 pentole e un  po' di tempo x prepararla"... è così... ci vuole pazienza e 3 pentole diverse, ma ne vale pena!

lunedì 15 novembre 2010

Ceci al limone confit

Ecco, x rispondere alle amiche che mi dicono "belli 'sti limoni confit ma che ci faccio?"... posto una non ricetta,  che più che altro è una suggestione di profumi e sapori semplici.

Si sciacqua sotto l'acqua corrente un pezzo di limone confit equivalente a circa un ottavo di limone  e si pulisce della sua parte interna (si usa solo la buccia). 
Con pazienza si taglia a dadini piccoli piccoli e li si aggiunge a circa 400 gr di ceci lessati con un pizzico di prezemolo tritato al momento.
Certamente si accosterebbe bene anche del coriandolo fresco tritato ma il suo sapore pungente diventerebbe una nota dominante e non un profumo di sfondo come nel caso del prezemolo.
Dato che è una preparazione minimal,  è d'obbligo usare un extra vergine mooolto buono - io, in qs caso, un pugliese.
NB. non aggiungere sale quando si condiscono i ceci xchè la buccia di limone confit è già molto saporita.


mercoledì 10 novembre 2010

Limoni confit


Qs preparazione che è di origine nordafricana ha avuto molto successo in rete dove, in effetti, se ne trovano diverse versioni.
Io pubblico comunque la mia ricetta perchè siccome lo metto un po' ovunque, poi le amiche mi fanno domande del tipo... "ma che è 'sto limone confit?" :-)
Nel caso della mia preparazione, il fatto di aver scelto di mettere i limoni in salamoia e non solo sotto sale grosso deriva da una necessità... il fatto cioè di essermi trovata alla partenza delle vacanze estive con un intero sacchetto di limoni (bio) che mi seccava parecchio buttar via (limoni che, d'altra parte, era improponibile pensare di portare dietro, data la già  l'incredibile quantità di cose che ci sembrano indispensabili quando si parte x le vacanze con dei bambini ancora piccoli).
Ecco dunque, quale occasione migliore x fare i limoni confit, preparazione cui già pensavo da parecchio tempo. E xò, ecco il motivo della salamoia: qdo si mettono i limoni sotto sale bisogna avere cura nei primi giorni di girare il vaso sottosopra e di rabboccare il sale qual'ora pian piano si sciolga a contatto con l'interno del limone. Non avendo la possibilità di tener d'occhio il mio vaso, data l'imminente partenza, ho deciso che avrei rabboccato di acqua bollente e del succo di 3 limoni - guarda caso proprio quei 3 che non mi entravano nel vaso (qdo si dice fare di necessità virtù).
Quindi invece che propriamente sotto sale miei sono propriamente limoni in salamoia... ma chiamarli limoni confit fa + figo e quindi... ;-)


Il procedimento che ho seguito io è questo: si comincia, ovviamente, col lavare bene i limoni (che siano bio o comunque di provenienza certa è sottointeso, visto che li si lascia ben bene in infusione e se ne consuma soprattutto la buccia). Si procede poi tagliando entrambe le estremità del frutto che poi si incide a croce nel senso della lunghezza avendo cura di non andare fino in fondo al limone, che si potrà così aprire senza che i 4 spicchi si stacchino. Nel frutti così aperti si mette abbondante sale grosso e si sistemano nel vaso gli uni vicino agli altri aggiungendo man mano sale grosso fino a contornali e ricoprirli completamente. Volendo si aggiungono aromi a proprio piacimento. Io ho messo grani di pepe, 2 peperoncini verdi freschi e qualche pezzetto di cannella.
Per concludere ho riempito il vaso con il succo dei limoni rimasti e con dell'acqua bollente. Ho chiuso, girato sottosopra qualche volta e riposto al fresco senza pensarci + fino al rientro dalle vacanze.

martedì 2 novembre 2010

La salsa di pomodoro... con la "febbre"


Sarà stato il we passato, con pioggia battente, a farmi tornare col pensiero con un po' di nostalgia all'estate da poco conclusa... così mi è venuto in mente che a metà settembre ho fatto una conserva di pomodori con un metodo fantastico e non proprio ortodosso. Il metodo della "salsa con la febbre" me l'ha insegnato la mia amica Lucia, toscana doc ma cittadina del mondo, che tra il suo andare e venire tra Italia, Sud Africa e Cina e chissà cos'altro, ha anche vissuto in Calabria, e da li appunto, viene questo modo di fare la conserva di pomodoro.
Io x 20 kg di pomodori perini (bio) ho usato 1,5 kg di cipolle, 1/2 kg di carote, 1/2 kg di sedano, 10 spicchi d'aglio e tanto tanto basilico (per il sale sono andata ad occhio).
Ho prima fatto un soffritto in olio extravergine tritando grossolanamente tutte le verdure poi ho aggiunto i pomodori tagliati a pezzotti e il sale. Una metà del basilico l'ho aggiunta a metà cottura, x il resto ne metto 2/3 foglie in ogni vasetto prima di versare la salsa. Se i pomodori sono molto acquosi può valer la pena di togliere un po' di acqua di vegetazione con il mestolo, altrimenti per raggiungere una giusta consistenza la cottura si dovrebbe prolungare troppo alterandone i gusto. Quest'anno i miei pomodori erano molto maturi e anche pittosto asciutti quindi non ho dovuto farlo.
A cottura ultimata ho utilizzato il frullatore ad immersione per trasformare il tutto in passata (quindi niente passaverdure o macchinette x la salsa). E fin qui niente di nuovo... ognuno la può fare un po' secondo il proprio gusto.
A questo punto comincia il "metodo calaber"... bisogna procurarsi un baule - se la quantità di salsa è ingente!! così dice la ricetta ;-) - oppure una valigia o + modestamente, nel mio caso x solo 20 kg di pomodori, una scatola di cartone. Bisogna poi foderare x isolare il + possibile il contenitore scelto con dei quotidiani piegati e poi con delle coperte (io ho usato dei pile e un vecchio sacco a pelo di vero piumino d'oca!) in modo da creare una cuccia calda x i vasetti di salsa.


A qs punto sarebbe opportuno lavorare in 2 xchè bisogna essere un po' rapidi.... dunque si riempiono i vasi ben puliti con la salsa prelevata direttamente dal pentolone in ebollizione, si pulisce bene il bordo del vasetto che non deve presentare residui di salsa e si chiude forte col tappo (attenzione meglio usare dei guanti xchè i vasi scottano!). Poi si sistemano velocemente i vasi nella scatola inclinati in orizzontale, sovrapposti gli uni su gli altri in modo che non si disperda il calore e si coprono con le coperte, e così via finchè non si finisce il lavoro. Poi si ripiegano le coperte in modo da impacchettare il tutto e si chiude bene la scatola... e si aspetta... x almeno 5 gg!


In qs lasso di tempo la salsa perde il calore molto lentamente creando il vuoto all'interno del vasetto, che praticamente si sterilizza saltando la tradizionale bollitura di conservazione, il che semplifica e accorcia i tempi di preparazione delle conserve non di poco.... bello no?



sabato 30 ottobre 2010

Sformato di polenta e broccolo fiolaro con salsa al blu di capra


Ecco questa è mia prima preparazione con il broccolo fiolaro di Creazzo
I ragazzi di AvicennaBio hanno avuto non poche difficoltà a trovare le piantine (o la semenza... ora non ricordo) essendo un prodotto regionale e molto localizzato. Ne hanno cominciata la coltivazione l'anno scorso ed avendo avuto un'ottima risposta dai loro clienti qs anno ne produrranno di più. Non essendo ancora arrivate le gelate che alla mattina vestono le campagne del nord di un velo bianco, le foglie del broccolo fiolaro sono ancora un po' coriacee e, come per le verze, bisogna avere ancora una po' di pazienza per mangiarlo al meglio.
Io, abitando in città, non avevo mai avuto modo di acquistarlo e di provarlo. Del suo aspetto e delle caratteristiche botaniche ho già detto qui. Del suo sapore ora che l'ho assaggiato posso dire che è particolarmente gradevole, dolce, forse una via di mezzo tra il broccoletto e un cavolo nero delicato.

Per il broccolo fiolaro, come x tutti i cavoli, vale la regola che deve cuocer poco, non solo x non spargere puzza in tutta casa (sono i composti di zolfo che si volatilizzano x effetto del calore) ma anche x non perdere preziose sostanze nutritive. Nel mio caso ho cotto x 3 min le foglie dalla costa + dura e poi ho aggiunto le infiorescenze e i germogli giovani cuocendo altri 3 minuti. 

Per confezionare qs sformato ho utilizzato:
250 gr di farina x polenta precotta
1 l d'acqua
1 cucchiaio di sale
200 gr di cavolo fiolaro
4 cucchiai di parmigiano

Per la salsa:
una fetta di gorgonzola naturale di capra
120 ml di panna
80 ml di latte
parmigiano grattugiato di capra

Si porta a bollore il litro d'acqua si sala e si butta lentamente a pioggia la farina rimestando in continuazione. Si cuoce x un minuto e si aggiunge il parmigiano grattugiato e il cavolo fiolaro precedentemente scottato e ridotto in purea.
Prima che la polenta solidifichi troppo si riempiono 6 stampini di metallo della forma desiderata... io in verità cercavo la forma a cambellina ma non avendola trovata da nessuna parte (boh!) ho usato delle piccole forme da plum cake. E' meglio battere bene la forma su una superficie piana per far aderire bene la polenta allo stampo e far uscire possibili piccole bolle d'aria. Gli sformati possono tranquillamente esser fatti anche il giorno precedente, prima di servirli si scaldano 10 min a bagno maria in forno a 180° oppure x 3/4 minuti nel microonde.

Per la salsa si fa sciogliere a fuoco moderatissimo il blu di capra con latte, panna e il parmigiano di capra grattugiato. Meglio aspettare che perda un po' di calore prima di servirla xchè in qs modo assume una consistenza + cremosa e meno liquida. Io non ho aggiunto sale xchè il formagio di capra è generalmente piuttosto sapido. Se non piace il gusto forte del formaggio caprino si può sostituire con analoghi formaggi di mucca, ma non è esattamente la stessa cosa! ;-)
L'idea x la ricetta l'ho presa qui modificandola un po'.

Semplice, da preparare in anticipo... i miei ospiti hanno apprezzato :-) e io non mi sono stressata nell'organizzazione della cena....meglio di così!

lunedì 25 ottobre 2010

"Tarte" di mele velocissima


Ieri visita di amici organizzata all'ultimo. Con la grande quantità di mele che vengono dalla casa al lago ho pensato di fare una "tarte" (alla francesce, con la pasta sfoglia) di quelle che si fanno veloci veloci.
Ho utilizzato una pasta di base già pronta come sempre qdo uso la SFOGLIA, l'ho stesa in una teglia bassa ed ho spalmato il fondo con un velo sottilissimo di marmellata di lamponi (ma si può cambiare marmellata o omettere del tutto). Volendo si può spolverare il fondo con delle briciole di biscotti secchi o con una manciata di mandorle pelate e tritate grossolanamente x assorbire il succo in eccesso delle mele che in cottura potrebbe smollare un po' il fondo della torta. Ho sistemato poi gli spicchi di mela piuttosto spessi e leggermente sovrapposti e li ho spennellati di burro fuso. Poi si mescola un cucchiaio di zucchero e un cucchiaino da caffe' di cannella in polvere e si spolvera bene tutta la superficie.
Volendo si possono aggiungere come ho fatto io qualche pinolo e qualche uvetta, oppure delle noci spezzettate.
Si cuoce mezz'ora a 180° nella parte bassa del forno x permettere alla sfoglia di cuocere meglio.
E' migliore se mangiata ancora tiepida o comunque a poche ore dalla sua cottura xchè la sfoglia tende ad assorbire umidità e a diventare molle.


lunedì 18 ottobre 2010

Torta salata di porri pecorino e limone confit


Qualche tempo fa è arrivato a casa un pezzo di pecorino stagionato di Pienza... ma veramente veramente stagionato, di quelli che ne mangi un pezzettino con un po' di miele amaro e un bicchiere di vino,  xchè altrimenti è quasi immangiabile...
Essendo così forte non è che il consumo in famiglia sia stato un granchè da quando ce l'hanno regalato.
Ho pensato quindi di provare a grattugiarne una piccola quantità x dare un po' più di personalità ad una torta salata di porri e ricotta, e già che c'ero ho aggiunto anche un quarto di limone confit. 
Devo dire che l'accostamento porri (dolci) pecorino (forte) e limone confit (agrumato e sapido) è  azzeccato.
Ho utilizzato una pasta già pronta e acquistata, come sempre nel caso della sfoglia. Il ripieno l'ho preparato con della ricotta di pecora, 3 grossi porri stufati, pecorino grattugiato (in qs caso poco, ma  la quantità dipende da quanto è forte e stagionato),  un avanzo di frigo di robiola di capra e un quarto di limone confit tagliato a piccoli dadini.
Ho spennellato la sfoglia con dell'uovo sbattuto con un cucchiaio d'acqua e infornato il tutto a 200° x mezz'ora circa.

venerdì 15 ottobre 2010

Carpaccio di cavolo rapa e ramolaccio


Qs, ovviamente, non è una ricetta... non è null'altro che un'esperimento x capire cosa cavolo farmene di ste 2 verdure inconsuete che non mi era ancora capitato di avere x le mani.
Allora, dopo aver fatto con una certa soddisfazione questa pasta ho voluto provare anche in versione cruda il cavolo rapa e già che c'ero ho affettato anche il benedetto ramolaccio...
Ne ho fatto un carpaccio tagliando fettine fini fini di verdura con il pela patate e l'ho condito con un pizzico di sale,  olio extravergine di oliva a cui avevo miscelato un pochino di olio di sesamo (troppo forte da usare da solo sull'insalata, almento x me) e una grattugiatina fine di buccia di lime.
Risultato: il cavolo rapa è dolce e croccante, e anche condito in modo estremamente semplice mi è piaciuto molto, il ramolaccio no.
Quindi, il cavolo rapa me lo ricomprerò qdo ne avrò l'occasione mentre il ramolaccio.... no!

Tagliatelle integrali con cavolo rapa


Finalmente ho deciso di metter mano al cavolo rapa che avevo acquistato la scorsa settimana e che ancora languiva appassendo pian piano in frigorifero.
Non avendo mai cucinato qs ortaggio ho curiosato in giro x capire come mangiarmelo... e devo dire che non è che abbia trovato in rete ricette che mi colpissero un gran che... alla fine ho poi deciso di ispirarmi molto "liberamente" a questa ricetta e il risultato mi ha soddisfatto, molto!

INGREDIENTI per 4 persone:
400 gr di cavolo rapa (2 grandi o 3 piccoli)
tagliatelle integrali di farro
2/3 scalogni 
1/2 mela
2 chiodi di garofano
un cucchiaino di pepe di szechuan
2/3 cucchiai di aceto di mele
2 manciate di pinoli tostati
olio extravergine e sale
Verdura e frutta, se sono ragionevolmente sicura della provenienza, la uso sempre con la buccia. 
In qs caso invece, ho sbucciato i miei cavoli rapa xchè avevano passato in frigo qualche giorno di troppo e la buccia in alcuni punti mostrava i segni del tempo. Dopo averli sbucciati col pelapatate li ho tagliati a julienne non troppo sottile. 
Nel frattempo ho fatto appassire gli scalogni tritati finemente in un cucchiaio d'olio. Poi ho aggiunto la mezza mela ridotta a dadini (anch'essa con la buccia), i chiodi di garofano, le bacche di pepe di szechuan (che poi pepe non è), il sale e 3 cucchiai di aceto di mele che ho lasciato sfumare. Infine ho aggiunto il cavolo rapa con un dito d'acqua e ho portato a cottura lasciandolo comunque con una consistenza croccante. A qs punto la mela si è quasi completamente spappolata creando un po' di cremosità al condimento. L'ideale sarebbe di togliere le bacche di pepe di szechuan che hanno un gusto poco gradevole se masticate... io l'ho fatto ma ci vuole un po' di pazienza. Alternativamente si mettono gli aromi in una garzina da cucina in modo da toglierli in colpo solo a fine cottura.
La scelta di usare una pasta integrale (che sia di farro o meno) non è ideologica. Penso davvero che il suo gusto più marcato e la consistenza rustica si accostino meglio al sapore dolce e delicato del sedano rapa rispetto ad una pasta di grano duro raffinato.
Dopo aver spadellato le tagliatelle x farle insaporire le ho servite cosparse di pinoli tostati il cui sapore grasso e quasi dolce ha tolto spigolosità agli aromi rendendo il piatto gustoso ed equilibrato.

Del cavolo rapa che non conoscevo, ho scoperto:
che mi piace parecchio, sia cotto che crudo
che è dolce, croccante e sa di nocciole fresche
che la parte migliore da mangiare cruda è la parte superiore del bulbo, quella verso le foglie
che la parte verso la radice sa maggiormente di rapa e quindi è meglio da mangiare cucinata

lunedì 11 ottobre 2010

Strudel di scarola



Questo l'ho fatto per un brunch domenicale tra amici. 
Non è nulla di originale ma è buono e non contenendo formaggi o ricotta è anche più leggero di altre torte salate che faccio.
Per farlo occore almeno un chilo di insalata scarola, molto voluminosa da cruda, ma che si riduce notevolmente in cottura. 
Di solito il cuore dei cespi me lo tengo da parte da mangiare in insalata xchè è croccate e squisito, il resto delle foglie le taglio a pezzi di 3 cm circa e, dopo averle ben lavate, le butto con un filo d'olio in una capiente padella (dai bordi alti, mi raccomando). 
Aggiungo sale, una manciata abbondante di uvetta e una di pinoli e poi copro e lascio stufare almeno mezz'ora girando spesso l'insalata. Attenzione xchè all'inizio sembrerà fin troppa x stare nella casseruola ma già dopo qualche minuto perdendo liquido si ritira notevolmente in volume. Solitamente l'acqua contenuta nell'insalata stessa è sufficiente ma se le foglie sono un po' coriacee va prolungata la cottura aggiungendone un po'. Quasi a fine cottura incorporo anche qualche oliva taggiasca denocciolata e tagliata grossolanamente al coltello.

La scarola stufata in questa stagione la faccio spesso perchè mi piace molto anche così, da mangiare tiepida come contorno ad un cereale o ad una carne. 
Per farne il ripieno di una torta salata è necessario però farla asciugare bene xchè se l'insalata resta un po' troppo acquosa inumidisce in cottura la pasta che l'avvolge rendendola molle.
Per confezionare lo strudel ho utilizzato della pasta sfoglia acquistata già pronta xchè farla in casa è quasi inproponibile... non è particolarmente difficile ma è un procedimento lungo...l'ho fatta una volta sola giusto x dire ok, l'ho fatta! ma da ora in poi si prende pronta.
La cottura è di circa 30 minuti a 200° ma dipende come sempre da forno a forno.


venerdì 1 ottobre 2010

Crostatina con ganche di cioccolato e castagne


Ecco buoni son buoni davvero, ma da fare alla lunga sono un po' noiosi... pallina dopo pallina da rotolare nello zucchero semolato e poi da schiacciare DELICATAMENTE per fare un incavo che riceverà la lussuriosa ganache al cioccolato...
Insomma per dire che alla fine non ce la facevo + e con l'ultimo pochetto di pasta ho foderato una formina da crostata da monoporzione. Ho scoperto così un impasto incredibilmente malleabile che ho potuto stendere molto fine senza alcuna difficoltà. Ho fatto una "cottura in bianco" al 170° per una decina di minuti circa (x evitare di riempire la formina di ceci - cosa che detesto fare - il trucco è di passare la teglia in surgelatore x una mezz'oretta prima di infornare; in qs modo la pasta evita di gonfiarsi o ritirarsi in cottura).
Una volta fredda l'ho riempita con quel che restava della ganache a cui avevo mischiato una manciata di castagne bollite resuscitate dal frizer e che ho triturato grossolanamente al coltello.
Così, anche se non prevista, dalla sfornata dei biscotti è venuta fuori anche questa crostatina che, ad essere sincera, mi ha dato una bella soddisfazione.
Rispetto ai biscotti poi, il vantaggio è che è possibile farne tante variazioni quante ne suggerisce la fantasia... ad esempio mischiando la ganache a dadini di pere caramellate in padella o aggiungendo spezie o dell'aroma di caffè x rendere + intenso il gusto del cioccolato... insomma, mi riservo di provare!

lunedì 27 settembre 2010

Piselli e lattuga romana brasati


Questa è una ricetta x tutte le stagioni dato che la lattuga romana la si trova in qualunque periodo dell'anno. L'ho vista fare a Nigella in una sua trasmissione e l'ho subito provata: semplice ... veloce... gustosissima.
In effetti, tempo di preparazione 15 minuti, forse anche meno.
La lattuga romana, x chi non la conoscesse, è un'insalata a cespo allungato che cresce circa 30/40 cm. Le foglie, più croccanti di altre varietà, sono molto adatte ad essere stufate.
Una volta cotte, le costole assumono una nota dolce che si sposa meravigliosamente con i piselli.

Stufare 2 cipollotti freschi affettati x qualche minuto in una cucchiaiata d'olio. Nel frattempo tagliare a al listarelle di circa 1 cm le foglie di 2 cespi di lattuga romana.
Versare una confezione di pisellini fini surgelati nella casseruola col soffritto e dopo un paio di minuti aggiungere l'insalata a listarelle.
Salare,  incoperchiare e cuocere x non + di 10 minuti girando di tanto in tanto. Non serve aggiungere acqua xchè normalmente quella contenuta nelle verdure è sufficiente x una cottura rapida.
A fine cottura, a fuoco spento, aggiungere una noce di burro fresco... banale? si, beh forse si... ma è l'elemento che fa la differenza avvolgendo di un sapore morbido e rotondo la dolcezza delle verdure.
Da provare nella sua semplicità!

venerdì 24 settembre 2010

Composta di susine e limone candito


Ho ricevuto in gradito omaggio un cestino di susine viola di quelle ovali sode e piccoline. Dal momento che erano una discreta quantità prima di farne finire parte in spazzatura ho pensato di farne una composta speziata, aromatica e non troppo dolce da utilizzare come accompagnamento a carni arrostite e a formaggi saporiti.
Nel cassetto delle spezie ho trovato anche una confezione di bucce di limone candite e cristallizzate in grossi spicchi e ed ho pensato che potevano fare al caso mio.
Non sono assolutamente in grado di dare quantità... ho fatto a occhio...
Comunque, ho messo in una casseruola le susine denocciolate e tagliate a metà ed ho aggiunto 2 stecche di cannella, un chiodo di garofano (solo 1 xchè mi piace che il profumo si senta appena), due cucchiai di zucchero, un pizzico di zenzero in polvere e le buccie di limone candite.
Siccome le susine erano piuttosto asciutte e sode ho aggiunto un goccio d'acqua in cottura ma poca xchè mi piace che la frutta rimanga abbastanza soda e consistente se poi la si accompagna a carni e formaggi.
Per la conservazione, visto che la composta contiene poco zucchero, è meglio porzionarla in ciotoline e surgelarla in modo da aver a disposizione solo la quantità che serve, x fare un esempio a caso, organizzando aperitivo tra amici con degustazione di pecorini piccanti!

venerdì 25 giugno 2010

Gazpacho velocissimo


Qualche anno fa al ritorno da un week end a Barcellona ho avuto voglia di rifare il gazpacho che avevo appena gustato in un ristorantino sul porto... curiosando un po' su siti spagnoli ho scaricato diverse ricette ma tutte straordinariamente differenti una dall'altra. Ora, poichè non è poi così complicato fare una zuppetta fredda di pomodoro ho assemblato secondo il mio gusto gli ingredienti indicati nelle varie ricette, facendo un gazpacho delizioso... però, non so come, la mia cucina era ridotta ad una devastazione! Da quel dì il gazpacio è rimasto un po' nelle retrovie tra le ricette che ogni tanto mi viene voglia rifare.
Il mese scorso però abbiamo passato qualche giorno a Madrid e, come sempre ogni volta che vado all'estero, mi sono portata a casa una libro di cucina. Nel libro, che è Recetas made in Spain di José Andrés - tra le tante ricette tradizionali, magari un po' rivisitate, ho trovato una ricetta velocissima del gazpacho... e non ho potuto resistere alla tentazione di rifarlo. In effetti così è rapido e il risultato  non è per nulla deludente, tuttaltro.
Alla ricetta originale ho, irresistibilmente, apportato qualche variazione... è un vizio che non riesco a togliermi!

INGREDIENTI per circa 6 persone
1 cetriolo spelato
1 peperone verde pulito dei semi interni
1,2 kg di pomodori ben maturi
1 spicchio d'aglio (2 se di aglio fresco)
1 o 2 cipollotti freschi a seconda della dimensione
60 ml di aceto di vino aromatico (secondo la ricetta aceto di jerez, io uso quello che faccio in casa)
400 ml di acqua
100 ml di olio extravergine
del pane integrale e del pane bianco raffermi

PER LA GUARNIZIONE
Peperone verde o di altri colori
Cetriolo
Crostini di pane integrale 
Cipollotto fresco tagliato a fettine sottili
Popodorini ciliegia tagliati a quarti

Per preparare questo gazpacho combinare TUTTI gli ingredienti con un cucchiaino di sale nella ciotola del food processor o del frullatore. A differenza delle indicazioni del libro io ho  prima tagliato i pomodori a metà togliendo, ma senza badarci troppo, i semini interni. 
Si frulla finchè il tutto si trasforma in un liquido spesso di colore aranciato (se si usa il peperone rosso al posto del verde il colore resta più vivido ma il sapore cambia leggermente diventando un po' più dolce). Si mette in una brocca e si pone in frigorifero x almeno 30 minuti.

Per preparare la guarnizione si tagliano a piccoli dadini regolari peperone e cetriolo, a rondelle il cipollotto e a quarti i pomodorini. Si dorano in forno i crostini di pane che si possono  prima ungere  con un po' d'olio, se si vuole qualcosa di più saporito.

Il gazpacho l'ho servito versandolo in bicchieri trasparenti per godere anche del suo colore, in cui ognuno ha aggiunto  a proprio piacimento i dadini di pane tostati o le verdure.

giovedì 24 giugno 2010

Carpaccio di baccalà al profumo di arancia



Il baccalà mi piace moltissimo... in Italia, come in Spagna e in Portogallo, si cucina veramente in molti modi.
Solo di recente però ho scoperto com'è buono fatto a carpaccio, senza neccessità di cottura e, andando verso il caldo dell'estate questo è un bel vantaggio (anche se qui a Milano l'estate, haimè, sembra non essere ancora arrivata !).
Per fare questo piatto ho acquistato una porzione abbondante di filetto di baccalà di prima scelta già quasi del tutto dissalato dal negoziante. Io l'ho lasciato nel frigorifero a mollo in una bacinella per altri 2 giorni cambiando l'acqua una volta al giorno.
Due ore prima di servirlo l'ho asciugato bene, ho tolto con una pinzetta tutte le spine che contiene il filetto e poi l'ho affettato finemente. Una volta disposto sul piatto l'ho condito con una marinata fatta con il succo di mezzo limone e di una arancia emulsionati con dell'olio di oliva e poi l'ho riposto in frigorifero coperto per lasciarlo insaporire.
Poco prima di portarlo in tavola ho guarnito con la buccia di una arancia grattata finemente, con delle foglioline di timo-limone il cui aroma si accorda alla perfezione (quindi la prossima volta ne metterò un po' di più) e con qualche fiorellino di basilico rosso che fioriva in quel momento nel mio "misero" balcone cittadino. Per rendere ancora più intenso il profumo di agrume che mi sembrava si accostasse bene alla personalità forte del baccalà ho aggiunto una generosa spolverata di "polvere d'arancia" fatta con le buccie delle arancie bio che mi sono fatta mandare direttamente dalla Sicilia.
E' meglio tirar fuori il piatto dal frigorifero 10/15 minuti prima in modo da servirlo fresco ma non freddissimo.

venerdì 11 giugno 2010

Ma quant'è grande la macchia di petrolio nel Golfo del Messico?


Questo è un offtopics evidentemente, essendo il mio un blog di cucina. Ma non importa, questa è "casa mia" e c'e' spazio x questo ed altro...
Qs notizia è un clone di un post comparso qui, blog che ogni tanto visito e che da alle volte info interessanti.
I fatti, visto che si sono svolti quasi 2 mesi fa non fanno più notizia sui nostri giornali (ma anche nella blogsfera sembrerebbe, dove le notizie sono tutte concentrate ad aprile).
La cosa impressionante è che il petrolio continua ad uscire ad un ritmo stimato ad oggi di 40.000 barili al giorno di cui solo un terzo si riesce a recuperare con il "tappo" calato nel mare dalla BP!
I dati nudi e crudi: il 20 di aprile sulla Deepwater Horizon un'esplosione,  che ha causato la more di 11 uomini e il ferimento di molti altri, ha portato all'apertura di una falla nel pozzo di trivellazione a 1500 mt di profondità. La stima della perdita di greggio a fine maggio era di 10 millioni di galloni! La  peggiore nella storia degli USA.
Le dimensioni sono talmente enormi che qs cifre dicono poco tutto sommato.
Qs è la foto vista attraverso google earth...
...ma possiamo renderci conto delle dimensioni se "sovrapponiamo" la macchia di petrolio sulla liguria!

Da Monaco a La Spezia TUTTE le coste della Liguria (e poi probabilmente parte della Toscana e della Corsica) sarebbero  lambite dal greggio con conseguenza impensabili dal punto di vista dell'ambiente e dell'economia. Su qs sito è possibile confrontare la macchia con qualunque altra città della terra.
Impressionante ed inquietante.


Qs foto e molte altre sul disastro qui.
:-(

giovedì 10 giugno 2010

Verdure al curry verde


A differenza dei diversi tipi di curry indiani, il curry verde thailandese, è ancora abbastanza poco conosciuto.
Qui in italia l'ho visto solo in pasta e non ho idea se esista anche in forma di polvere.
A parte il fatto (ovvio) di esser composto al 35% di peperoncino verde, qs curry  si distingue per il caratteristico aroma limonato dato dalla consistente presenza del lemongrass (che adesso si trova anche fresco nei negozi di alimenti orientali) e dalla buccia grattugiata del lime. Molte ricette thai spesso rinforzano qs nota caratteristica aggiungendo in cottura 2/3 foglie secche di keffir che è, appunto, l'albero del lime thailandese.
Qs preparazione è velocissima e semplice e maggior varietà di verdure si hanno a disposizione più viene ricca e aromatica (io x esempio ho aggiunto anche una manciata di rapanelli che stavano diventando sempre più tristi in frigorifero).

martedì 1 giugno 2010

Crema di lenticchie rosse alla curcuma



Questa è la classica cosa non programmata e nata da uno sbaglio... e tutto sommato mi è andata bene xchè i miei ospiti hanno apprezzato! :-)
allora, l'intenzione iniziale era di fare come antipasto per una cena con amici, una crema spalmabile di lenticchie rosse al profumo di alloro...  solo che evidentemente ho ecceduto nella quantità di acqua per la cottura che, normalmente,  dovrebbe essere il doppio del volume delle lenticchie. Così ho scoperto, mio malgrado, che le lenticchie assorbono rapidamente i liquidi e si gonfiano finchè sono arrivate a cottura... poi più niente... quei pochi millimetri di "brodino"  che affiorano in cottura, restano ostinatamente nella pentola e si può  solo sperare che evaporino in fretta! Per non far perdere consistenza alle lenticchie ho però dovuto spegnere il fuoco.
Ho quindi tolto tutto il liquido possibile con un mestolino ma nonostante questo, una volta frullate le mie lenticchie non erano certamente spalmabili...
Va beh... ho fatto buon viso a cattivo gioco e ho trasformato il mezzo chilo di lenticchie rosse -che non son poche!- e , che spalmabili non erano, in zuppetta...
A quel punto si poneva xò il problema di rinforzare il colore (che le lenticchie rosse da cotte non hanno certo quel bel colore arancio brillante) e di dare un po' di personalità al gusto un po' neutro del legume.
Ma a questo punto cominciamo dall'inizio.

INGREDIENTI
500 gr di lenticchie rosse decorticate
1 cipolla media
poco + di 2 volumi di acqua rispetto al volume delle lenticchie
6/7 foglie di alloro
sale

X IL CONDIMENTO DELLA ZUPPA
1 cipolla grossa
1/2 spicchio d'aglio
un pezzetto piccolo di zenzero fresco
curry in polvere (o rosso o giallo)
curcuma
4 cucchiaiate di latte di cocco

Portare a bollore le lenticchie con l'acqua l'alloro la cipolla tagliata in due e il sale. Far cuocere a fuoco dolce col coperchio x 20/25.  Frullare e aggiustare di sale.

Con una grossa cipolla, mezzo spicchio d'aglio e un pezzetto piccolo piccolo (non + di un centimetro) di zenzero si fa un trito fine e lo si soffrigge in un cucchiaio d'olio extravergine. Si aggiunge poi 1/2 cucchiaino di curry (non troppo xchè deve dare corpo ma non farsi sentire) e 2/3 cucchiaini di curcuma che oltre a dare colore brillante conferisce un sapore deciso. Si lasciano tostare bene le spezie con il trito di cipolla senza farla scurire e poi si unisce il tutto al passato di lenticchie. Unire il latte di cocco che da cremosità  e cuocere la zuppa ancora x qualche minuto x amalgamare bene i sapori.
Alla fine, da un errore ne è uscita una crema raffinata con un gusto inusuale e come si suol dire... l'ho "sfangata"!
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