Avevo appena trovato un cavolfiore dimenticato in
fondo all’orto. Era fiorito, peccato considerarlo “solo” una verdura… l’ho
portato a casa e ne ho fatto un mazzo, di cavolfior fiorito. (E dopo qualche
giorno, l’ho smontato e l’ho pure mangiato!).
Poi mi è capitato di leggere del Ninestrone,
di sinfonie e di armonie, di sentimenti e di ingredienti… e la mia mente ha
associato all'istante l'immagine del mio cavol-fiore a Maiko che con le parole fa fluire le emozioni senza timori ne pudori, anche quelle forti e ingrate,
quelle che a volte fan paura.
Quello tra me e maiko è un Ninestrone fatto da
lontananza (spaziale) e vicinanza (dell’anima). E’ un Ninestrone alle volte
invernale, caldo e scuro come le foglie di cavolo nero, alle volte estivo e
frizzante come il verde delle fave fresche e il profumo di menta. E’ condito
con parole e sorrisi ma anche con lunghi silenzi come pane secco da immergere
in un liquido che ti ristora.
Ier sera, a casa tua,
son stata molto bene.
Ospitata in quel tipo di dimora
che non sai bene come definire.
Una cosa di odori e di sapori.
Odori che si disegnano come
benevole presenze, in ali e
trasparenze, sapori che
E c’erano, in cucina, bellissime
lavagne improvvisate. E alcuni cuori
multiformi. Stracci puliti e credo,
pur senza che qui ne resti traccia
di memoria, tazzine da caffè
dette e ridette in bianca attesa.
E poi le spezie, che quasi di nascosto
ci suggerivano gli arcani. Non ci ho
dormito, in questa casa tua, ma
avrei potuto. E se lo avessi fatto,
se le parole si fossero formate
intorno a un’aderenza, son certa
che per certo avrei voluto separarmi,
di mattina, andando all’alba giù al
mercato.
E, come sai sin dalla scuola, lì non ne
avrei
trovati, fiori. Avrei cercato invece, fra
le casse,
i verdi e bianchi, all’alba, e avrei
composto
(lo so che sai che faccio gli ikebana),
col cavolo a merenda del mattino
questo lucente e un poco storpio mazzolino.
Ci si separa sempre, dal nutrimento dell’amore,
con un fiore. Cucinalo, ed aggiungi un po’
di curcuma
e cumino, una patata bianca e una patata
rossa,
e un fiore di magnolia in pasta fina.
Trasformami in un minestrone di parole,
tutte quelle che non ti ho detto per paura
del dolore, del piacere, del furore,
del luogo, del distacco, del torpore,
del battito, infine troppo forte,
del mio cuore.
Per il contest di Nina un Ninestrone a quattro mani, fatto di parole di fiori e di verdure in sinfonia (immaginate, raccontate e anche mangiate).