lunedì 14 febbraio 2011

Halloumi al tegamino con cavolo rosso al finocchietto



Questo è stato il mio pranzo di oggi! Lo sottolineo xchè e davvero raro che io posti così rapidamente un piatto... di solito lascio foto e ricette decantare vari mesi. Il cappone ripieno di Natale, solo x fare un esempio, attende ancora pazientemente il suo turno ;-)
Oggi, dicevo, pranzo da re - e qualcuno potrebbe obbiettare che mi accontento di poco... - ma io, che son golosa sia di formaggio sia di verdura (a parte qualche rara, isolata, eccezione) non potevo desiderare di meglio.
L'halloumi è un formaggio di origine cipriota, molto diffuso in Grecia, in Turchia e un po' in tutto il Medio Oriente (sullo sfondo della foto si vedono, in effetti, delle scritte in arabo sull'incarto).
E' particolarmente saporito essendo fatto di un mix di latte di capra e di pecora e la sua consistenza da crudo assomiglia un po' a quella della feta. La sua gustosissima peculiarità però è che ha un alto punto di fusione quindi è perfetto da fare alla piastra, alla griglia o fritto (gnamm!).
Per prepararlo l'ho asciugato ed infarinato leggermente e poi l'ho dorato in tegame con poco olio a temperatura media (xchè è vero che ha un'alta temperatura di fusione ma è comunque pur sempre un formaggio).  Tre minuti da una parte e 3 dall'altra ed è pronto.
L'ho affiancato a del cavolo rosso stufato. Tempo di cottura non + di 5 minuti in un filo d'olio extravergine cui ho aggiunto un cucchiaio di aceto di mele, altrettanta acqua e una spolverata di semi di finocchietto selvatico... e questa volta ho risparmiato al mio cavolo alchimistiche trasformazioni :-)



Con questa ricetta partecipo al contest di Burro & Miele:



giovedì 10 febbraio 2011

Caponata di carciofi


Vado pazza x la caponata di melanzane e quando ho visto sul blog di Paoletta  questa variante coi carciofi è stata attrazione irresistibile... e infatti...
Ora, in attesa dell'ordine del ns GAS dei carciofi dalla sardegna in arrivo x la prossima settimana ho iniziato a fare un po' di pratica e, devo dire, che la ricetta vale, a patto che  piaccia il caratteristico gusto agrodolce tipico della caponata.
Io ho dimezzato le dosi di Paoletta xchè nell'ordine: non avevo in casa 15 carciofi! e nemmeno mi passava per la mente di pulirne così tanti!

INGREDIENTI
6 carciofi
150 gr di olive verdi snocciolate
2 cipolle
un cuore di sedano non troppo grande
una tazza di salsa di pomodoro
una manciata di capperi
olio extravergine
una cucchiaiata abbondante di zucchero
una tazzina scarsa di aceto di vino rosso (il mio è fatto in casa e non è molto acido, forse se si utilizza quello acquistato bisogna ridurre un po' la dose)
una manciata di pinoli

Si taglia la parte spinosa, si tolgono le foglie esterne più dure e si puliscono i carciofi dalla peluria interna. Poi si tagliano a spicchi non troppo sottili.
Per evitare che si anneriscano a causa dell'ossidazione ho utilizzato il metodo suggerito da Paoletta mettendoli a bagno man mano che si preparano in una bacinella d'acqua con un/due cucchiai di farina sciolti dentro. Non l'avevo mai fatto e funziona, funziona anche molto bene :-)
Per il procedimento di cottura mi sono un po' discostata dalla ricetta originaria e ho proceduto così: ho fatto stufare le cipolle in un po' d'olio e poi ho aggiunto sia i carciofi sia il cuore di sedano tagliato a pezzetti avendo cura di insaporirli senza cuocerli troppo.
Infine ho aggiunto l'aceto x sfumare, la salsa di pomodoro e lo zucchero facendo insaporire il tutto. Negli ultimi minuti di cottura ho aggiunto olive, capperi e pinoli.
La cottura non deve esser lunga x non spappolare i carciofi.
E' ottima mangiata tiepida.
Paoletta dice che la caponata raggiunge il top dopo una notte di riposo... io questo non posso dirlo però, xchè da noi la caponata non ha superato la notte!

giovedì 3 febbraio 2011

Esperimenti da non ripetere: il cavolo blu!


Mamma mia... è passato più di un mese dall'ultimo post! E pensare che mi ero detta "durante la pausa natalizia avrò il tempo di cucinare un po' di più"...    va beh :-|
E x aprire in bellezza il 2011... un esperimento da non ripetere... della serie non tutte le ciambelle riescono col buco!
L'antefatto: avevo delle foglie esterne sia di verza sia di cavolo rosso... allora ho pensato, tanto x tentare qualcosa di nuovo, "mi lancio nei tortelli con ripieno di verza e stracchino" che è da un po' che mi girano in testa.
Ok partiamo dal ripieno: stufare le verze... facile!
Lavo e tolgo il torsolo alle foglie di entrambi i cavoli. Le faccio a striscioline di un cm e le metto a stufare in padella con poco olio. Poi penzo che il cavolo rosso qdo cuoce vira il colore verso un violaceo grigiastro così poco invitante... allora, ligia agli insegnamenti di Bressanini, aggiungo un cucchiaio di aceto allungato con un un dito d'acqua. In presenza di un liquido leggermente acido il colore del cavolo rosso ritorna acceso e brillante tingendo anche la verza. Bene.
Poi però penzo di nuovo "ma non sarà che qs punta di acidulo risulti sgradevole nel ripieno del tortello? soprattutto se associato allo stracchino già un po' acido x sua natura?" e allora penzo bene di mettere un pizzico (ma veramente un pizzico preso tra due dita, giuro!) di bicarbonato x togliere qs ca@@o di retrogusto asprino ... e nel giro 20 secondi si forma qua e la, tra le mie verze stufate, una schiumetta reattiva (verde) per poi assestarsi tutto su un bel colore blu.
Alla fine ho deciso che questo era un segno da non sottovalutare assolutamente... Quindi i tortelli li ho fatti di ricotta e spinaci e la verza me la sono mangiata così, in tutto il suo splendore.
Decisamente la lezione di Bressanini non l'avevo studiata fino in fondo! A mia discolpa devo dire che le materie scientifiche non sono mai state il mio forte.

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